Ginecologi obiettori: dire qualcosa di sinistra

Pur non avendo votato alle primarie – e non per disinteresse, ma per impossibilità di scegliere un candidato i cui pregi superassero i difetti dell’altro – ieri sera l’ho seguito eccome, il dibattito Renzi-Bersani. Non è cambiato niente, ho gli stessi problemi di prima, anche perché mi è parsa un’interessante enunciazione di principi per lo più condivisibili, ma come sempre ho difficoltà a capire come intendano trovare la copertura per fare quello che vogliono fare. Perché alla fine si tratta sempre di spostar soldi, o di recuperare tacchini dai tetti, per citare la nuova e straordinaria metafora di Bersani.

S’è parlato di tutto e di niente: Renzi ha affrontato il discorso “mafia” dicendo che lui si è fatto i cento passi fra la casa di Peppino Impastato e quella di Tano Badalamenti e dicendo che bisogna andare “nelle scuole”. Bello. Nobile. Se fra una scuola e l’altra sa per caso come affrontare il discorso ecomafie, le infiltrazioni camorristiche e ndranghetistiche al nord, la totale assenza di Stato in buona parte del sud e il fatto che la criminalità organizzata si mangia qualcosa come un quinto del PIL nazionale (era il 16% nel 2010), ce lo dica: siamo tutti orecchie. In generale, comunque, il messaggio che è passato è questo: è tutto difficile, difficile, difficilissimo, anzi, se avete delle idee su come venirne fuori i candidati sono ben contenti di ascoltarvi.

C’è un punto, tuttavia, che continua allegramente a essere ignorato da ogni dibattito. In Italia esiste una legge, la 194, che tutela la maternità, regola i consultori e l’interruzione di gravidanza. Ecco, questa legge al momento sta diventando sostanzialmente inapplicabile: il 71% dei ginecologi si dichiara obiettore, e in molti ospedali non esistono medici disposti a praticare l’IVG. L’aborto è un tema su cui nessun politico a vocazione maggioritaria si espone volentieri, perché siamo ancora al “dramma”, al “lutto”, alla “perdita”; bisogna parlarne con tono sepolcrale, come se fosse una piaga dolorosa, e non che una non vuole essere incinta e quindi smette di esserlo. L’idea che una donna abbia il controllo del suo corpo al punto di decidere autonomamente se portare avanti una gravidanza o meno è imbarazzante; e nemmeno il caso di Savita Halappanar, morta in un ospedale irlandese perché stava avendo un aborto spontaneo ma il cuore del feto batteva ancora (ed è morta lei ed è morto il feto, non è un caso di santità alla Beretta Molla) è riuscito a rinverdire il dibattito sulla questione. Niente, un silenzio tombale: il diritto del ginecologo di non fare il suo mestiere è garantito, ma non quello di una donna di non portare avanti una gravidanza indesiderata.

Questo è gravissimo. E sia Renzi che Bersani, se proprio vogliono parlare di parità, devono lasciar perdere i discorsi di principio sulla composizione di genere del Consiglio dei Ministri, ed entrare a gamba tesa su cose come questa. Il diritto alla salute non è meno diritto perché è delle donne, ma anche qui i due candidati hanno un handicap. Sono cattolici. Sono cattolici in un modo che rende loro impossibile essere anche moderni.

12 Risposte a “Ginecologi obiettori: dire qualcosa di sinistra”

  1. Aldilà delle questioni ginecologiche (e non per ricadere nel “belnaltrismo” di maniera) io sinceramente trovo assurdo che padre e figlio debbano fare le primarie… Perché arriva un momento in cui le generazioni vanno ricambiate. I padri le loro opportunità le hanno avute e non voglio entrare nel merito se lo hanno fatto in modo proficuo o meno. Dico solo che dovrebbero avere la lungimiranza, quando non il buongusto, di farsi da parte e far provare a qualcun altro. Tutto questo dovrebbe avvenire spontaneamente, senza dover stare a discutere se vogliamo Gesù o Barabba ma solo perché è nella natura delle cose.
    Questo maledetto paese è vecchio dentro. Vive di rendite di posizione accumulate e stratificate nel corso dei millenni. E riesce a ragionare i termini della rigenerazione solo attraverso processi drammatici se non violenti.
    Ma il problema di fondo resta sempre lo stesso: Edipo uccide il padre perché vuol giacere con la madre.

  2. applaudo al tuo post. il problema dell’obiezione di coscienza in italia è ancora troppo sotto traccia. già il solo fatto che a roma no dico roma ci siano solo tre ospedali disposti a fare ivg terapeutica la dice lunga su come siamo messi.
    chiaramente parlo per esperienza personale dal momento che ho dovuto affrontare questa esperienza disumana al sesto mese di gravidanza e se non fosse stato per i singoli (Ostetrica ginecologa e infermiera, veri e propri angeli) ero alla mercè di dottori ignobili schifati e schifosi.
    grazie ancora.
    annalisa

  3. Faccio una domanda ingenuissima: non sarà che non dicono qualcosa di sinistra perché la sinistra stessa è divisa a tal proposito? E non intendo i centristi cattolici (senza i quali, comunque, temo, ancora per una generazione non si vincerebbe), ma l’ex galassia socialista e comunista. Altrimenti non si spiegherebbe. Sarebbe come un dibattito leghista in cui non parlino di immigrati.

    Che poi la sinistra sia divisa non è comunque un buon motivo per non affrontare l’argomento: si dovrebbe passare dal dico quello che l’elettorato vuole per farmi votare al dico quello che voglio e sulla base di ciò l’elettorato mi vota.

    1. Io la faccio molto corta: c’è una legge, peraltro nemmeno troppo liberale, che consente l’interruzione volontaria di gravidanza nelle strutture pubbliche. Al momento è inapplicabile a causa dell’eccesso di obiettori, che non consentono il regolare svolgersi della procedura.
      Ognuno obietti quello che gli pare, ma se il servizio non è garantito allora le strutture sanitarie e le Regioni devono intervenire per l’applicazione della legge. Non è difficile.

      1. Il problema è strettamente connesso a quello della laicità dello Stato che è un tema non soltanto di sinistra. Dovrebbe stare a cuore anche alla destra se in Italia esistesse una destra che possa dirsi tale.
        Purtroppo gli unici che ne parlano ancora sono i socialisti (quelli veri di SEL o quel che ne rimane) e i radicali.
        E’ stato molto triste accorgersi che nel Pantheon della sinistra siano entrati un Papa e un Cardinale…

  4. Per la prima volta mi trovo a leggere questo bellissimo articolo.
    Sono un anestesista e , purtroppo, anche nella mia categoria esistono gli obiettori. Schifo questa situazione e sottoscrivo ogni tua singola parola. Grazie

  5. ho imparato bene che nella lingua italiana il maschile fa da neutro, ma siccome sono sessista, vorrei segnalare che ci sono moltissime ginecologhe obiettrici e questa è un’ (altra) cosa davvero deprimente, perchè io credevo che la solidarietà “di genere” potesse migliorare la situazione

  6. A prescindere da quello che hanno detto Bersani e Renzi, sono rimasto entusiasta solo dal fatto che esse “primarie”si siano svolte essendo espressioni di democrazia che in Italia, purtroppo,non siamo abituati a parterciparvi.Non è poco che i Cittadini siano ammassi alla partercipazione come vuole la Costituzione.Non ho capito invece cosa c’entrala la 194 con i due contendenti. Se essa è risultata inapplicabile lo deve a noi stessi.

    1. il post dice che il problema dell’applicazione della 194 esiste, è grave, ed è “allegramente ignorato” da ogni dibattito
      il dibattito bersani/renzi è solo l’ultimo dibattito in ordine di tempo in cui – appunto – non se ne è parlato

      1. cosa dire allora di un ginecologo, primario in una struttura ospedaliera di Roma, che ti visita e ti parla adducendo argomenti per convincerti ad abortire e quando tu, dopo aver combattuto con te stessa e pianto e sofferto, ti presenti in ospedale e ti dicono che no “il Professore è obiettore”?!

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