Il pane quotidiano

È un po’ di tempo che ho iniziato a fare il pane in casa. All’inizio mi sembrava una specie di miracolo, ma la ripetizione costante del suddetto miracolo mi fa pensare che non di evento soprannaturale si tratti, ma di lievito che lievita. Ho provato diverse ricette, fra cui quella un po’ pasticciona del No-knead bread, che però richiede davvero troppa applicazione (il che fa un po’ ridere, considerato che è nata per non richiederne affatto) e alla fine mi sono sistemata su una combinazione mia personale che funziona benissimo.

A differenza degli altri panificatori casalinghi, non sono diventata una fricchettona del pane. Non uso la pasta madre, utilizzo un banalissimo forno ventilato dell’Ikea, metto a lievitare un panetto tirato su alla bell’e meglio la sera e re-impasto la mattina: viene sempre buono. Sempre. Croccante fuori e sofficissimo dentro, dura tre giorni (se ci arriva). Lo faccio con tutte le farine che ho a disposizione, ma principalmente con almeno metà Manitoba, e il resto a piacere (in generale quella integrale della Barilla, che è bella densa di crusca).

Il problema è che non saprei spiegare a nessuno come lo faccio, perché ormai vado completamente a occhio: mezzo chilo di farina, un cucchiaino raso di sale, mezzo di zucchero, mezza bustina di lievito secco (se lo lascio tutta la notte, anche meno: ma vado a occhio, appunto) e acqua tiepida finché non si crea un panetto morbido e facile da lavorare, ma non appiccicoso. Una bella impastata, poi lo metto in una ciotola con una tovaglietta da colazione trapuntata sopra, e lo lascio lì a seconda di quanto serve. Otto ore, in genere, se lo faccio la sera prima; altrimenti, quanto serve, appunto. L’ultima lievitazione gliela faccio fare già nella sua forma semidefinitiva, una pagnotta allungata con delle incisioni sopra.

Basta.

Non so dire se questa produzione casalinga ci faccia risparmiare, dato che ne mangiamo molto di più: di sicuro, non ne buttiamo neanche un angolo ed è davvero buono, e c’è anche la classica soddisfazione manuale dell’impasto. Finisco per fare una pagnotta nuova ogni due giorni circa, ci spendo poco tempo e mi dà proprio un sacco di soddisfazione. Fosse così facile con tutto.

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